sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale a Tutti!


Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo 
 (Sermo 194, 3.3-4.4)
L'unico Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, 
fa diventare figli di Dio molti figli dell'uomo
Chi di noi uomini potrà mai conoscere tutti i tesori della sapienza e della scienza racchiusi in Cristo (Cf. Col 2, 3) e nascosti nella povertà della sua carne? Poiché per noi si è fatto povero, pur essendo ricco, per arricchire noi con la sua povertà (Cf. 2 Cor 8, 9). Quando assunse la natura mortale e consumò la morte, si mostrò nella povertà, ma promise le sue ricchezze che aveva differite, non le perse per essergli state tolte. 
Quanto è immensa la sua bontà che riserva per coloro che lo temono, ma che concede a chi conserva la sua speranza in lui! (Cf. Sal 30, 20) In parte infatti già conosciamo, nell'attesa che venga la perfezione (Cf. 1 Cor 13, 12). Per farci diventare capaci di possederlo egli, uguale al Padre nella natura divina e divenuto simile a noi nella natura di servo, ci rifà a somiglianza di Dio. 
L'unico Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, fa diventare figli di Dio molti figli dell'uomo; e nutrendo i servi con l'assumere la natura visibile di servo, li rende figli, capaci di poter vedere la natura di Dio. Infatti siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato quello che saremo. Sappiamo che quando ciò verrà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo quale egli é (1 Gv 3, 2). 
In che senso in lui ci sono tesori di sapienza e di scienza, in che senso si parla di ricchezze divine se non perché ci basteranno? 
E in che senso è grande la sua bontà se non perché ci sazierà? Mostraci dunque il Padre e ci basta (Gv 14, 8). E in un Salmo un tale - che è uno di noi o parla in noi o per noi - gli dice: Mi sazierò quando si manifesterà la tua gloria (Cf. Sal 16, 15). Egli e il Padre sono una cosa sola (Cf. Gv 10, 30) e chi vede lui vede anche il Padre (Cf. Gv 14, 9). Perciò il Signore potente è il re della gloria (Sal 23, 10). Convertendoci ci mostrerà il suo volto e noi saremo salvi (Cf. Sal 79, 4) e ci sazieremo e questo ci basterà. 
Gli dica pertanto il nostro cuore: Ho cercato il tuo volto. Il tuo volto, Signore io cerco, non nascondermi la tua faccia (Sal 26, 8-9). Ed egli risponderà al nostro cuore: Chi mi ama osserva i miei comandamenti, e chi ama me sarà amato dal Padre mio e io pure l'amerò e gli manifesterò me stesso (Gv 14, 21). Le persone alle quali rivolgeva queste parole lo vedevano certo con gli occhi e udivano con le orecchie il suono della sua voce e potevano afferrare con il loro cuore umano la sua umanità. Ma ciò che occhio non vide né orecchio udì né cuore di uomo poté afferrare, questo egli prometteva di mostrare a coloro che lo amano (Cf. 1 Cor 2, 9). Finché questo non avviene, finché non ci mostra colui che potrà bastarci (Cf. Gv 14, 8), finché non berremo lui fonte della vita e non ci sazieremo di lui (Cf. Gv 7, 38); mentre, camminando nella fede, pellegriniamo lontani da lui (Cf. 2 Cor 5, 6-7), mentre abbiamo fame e sete di giustizia (Cf. Mt 5, 6), mentre desideriamo con indicibile ardore la bellezza della sua natura divina, celebriamo con pia devozione il Natale della sua natura di servo. 

Non ancora possiamo contemplarlo come generato dal Padre prima dell'aurora (Cf. Sal 109, 3): celebriamolo con solennità come nato dalla Vergine nel cuore della notte. Non ancora possiamo comprenderlo perché davanti al sole persiste il suo nome (Cf. Sal 71, 17): riconosciamo la sua dimora posta sotto il sole. Non ancora possiamo contemplare l'Unigenito nel seno del Padre suo: celebriamo lo sposo che esce dalla stanza nuziale (Cf. Sal 18, 6). 
Non ancora siamo in grado di partecipare alla mensa del Padre nostro: riconosciamo la mangiatoia del Signore nostro Gesù Cristo.

martedì 6 dicembre 2011

Solennità dell'Immacolata Concezione

8 Dicembre Solennità dell'Immacolata Concezione






I Papi e l'Immacolata


La stola bianca indossata dal Papa al posto di quella tradizionale rossa, a sottolineare la solennità mariana. Il coro spagnolo che accompagna il momento conclusivo della breve preghiera ai piedi della statua. La deposizione dell'omaggio floreale, la cui composizione è curata dagli addetti ai Giardini vaticani. Sono alcune caratteristiche del rito che avrà luogo in Piazza di Spagna l'8 dicembre, indicate dal maestro delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, monsignor Guido Marini, alla vigilia della visita di Benedetto XVI all'Immacolata.

Il monumento fu costruito per ricordare la definizione da parte di Pio IX, l'8 dicembre 1854, del dogma del concepimento sine macula della Vergine. Duecento vigili del fuoco pontifici collocarono la statua bronzea della Vergine sulla colonna marmorea - entrambe progettate da Luigi Poletti - poi offrirono una corona di fiori deposta sulla sommità. Lo stesso Papa Mastai Ferretti l'8 dicembre 1857 inaugurò il monumento da una tribuna posta davanti al Palazzo dell'Ambasciata di Spagna, avviando di fatto la tradizione dei pellegrinaggi.

Nel 1908 la vicina parrocchia di sant'Andrea delle Fratte cominciò a organizzare e a regolare il flusso dei fedeli romani e, a partire dal 1938, la Pontificia Accademia dell'Immacolata curò l'organizzazione dell'avvenimento, che assunse le caratteristiche odierne: ai pompieri, all'ambasciatore di Spagna, ai religiosi e chierici della città, ai rappresentanti di collegi, seminari, confraternite e al laicato cattolico, si uniron0 in forma ufficiale le autorità civili cittadine, provinciali e regionali, le associazioni dei lavoratori comunali e delle altre realtà produttive dell'Urbe.

Dopo la fine dello Stato Pontificio fu Pio XII - romano di nascita - il primo Papa a recarsi personalmente a compiere l'atto di omaggio all'Immacolata. L'occasione, l'8 dicembre del 1953, fu l'inizio dell'Anno Mariano. E Giovanni XXIII, a poco più di un mese dalla sua incoronazione, vi si recò per la prima volta, nel 1958 per poi tornarvi nel 1960 e nel 1961.
Dopo di lui il gesto divenne consuetudine con Paolo VI, che vi andò anche nel pomeriggio dell'8 dicembre 1965, dopo la solenne chiusura del concilio Vaticano II e che nel periodo della crisi petrolifera si recò in Piazza di Spagna con la carrozzella trainata da un cavallo.

Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno mantenuto viva la tradizione.







Vergine amabilissima, che sino ab eterno foste l'oggetto prediletto de' Divini Amori, ottenete anche a noi tutti di farvi sempre caro oggetto di nostra devozione.
Ave Maria... 
 
Dio ti Salvi o Maria, nostra Madre Dolce e Pia, oh Maria nostra Avvocata o Concetta Immacolata.

 
Tota pulchra es Maria !
Et macula originalis non est in  te!
Tu Gloria Jerusalem!
Tu Laetitia Israel!
Tu honorificentia populi nostri, tu advocata peccatorum!
Oh Maria! Oh Maria!
Virgo Prudentissima, Mater Clementissima!
Ora pro nobis, intercede pro nobis; ad Dominum Jesum Christum!

In Conceptione tua Virgo Immaculata fuisti.
Ora pro nobis Patrem cujus Filium peperisti.
Felix es, sacra Virgo Maria, et omni laude dignissima.
Quae serpentis caput virgineo pede contrivisti.