mercoledì 8 agosto 2012

15 Agosto Solennità dell'Assunzione di Maria

Il Pancarpium Marianum

1607: regnano felicemente sui Paesi Bassi Spagnoli Alberto d’Austria e Isabella Clara Eugenia di Spagna. Strana coppia in effetti. Lui prima di sposarsi era Cardinale, Primate di Spagna, senza essere stato ordinato peraltro; lei ha passato gli ultimi vent’anni, vedova, da monaca clarissa, come Governatore dei Paesi Bassi in favore del re di Spagna. Appartenevano a grandi famiglie nobiliari con straordinari retaggi culturali : Alberto era figlio dell’imperatore Massimiliano II e di Maria d’Asburgo; Isabella era figlia di Filippo II di Spagna e di Elisabetta di Valois. Carlo V era il nonno paterno di lei e materno di lui. Nonna di Isabella era Caterina de’ Medici.
Coppia felice dicono. Certamente interessata e aperta ai grandi temi della fede, alle istanze della cultura e dell’arte. Bruxelles divenne importante snodo della cultura e della diplomazia europea.
La loro vicenda si intreccia con quella di un rinomato predicatore e scrittore: padre Giovanni David, gesuita. Questi nel 1607 pubblica un’opera in due parti dedicata alla coppia reale: Paradisum sponsi et sponsae [...] e, come seconda parte dedicata in particolare a Isabella, il Pancarpium Marianum septemplici titulorum serie distinctum [...]. 
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La finalità dell’opera viene esplicitata con chiarezza nel sottotitolo: affinché corriamo dietro il profumo della Beata Vergine e perché Cristo sia formato in noi. Imitando Maria, identificandosi con il suo percorso, ciascuno si trova a sperimentare la verità del detto evangelico che recita: “Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc 3,35). Chi crede rivive l’esperienza di Paolo: “Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi!” (Gal 4,19). 
Nell’introduzione padre David cita anche anche la sua fonte patristica: Ambrogio di Milano. Il santo vescovo commentando l’incontro tra il Risorto e la Maddalena afferma: “Allora le disse il Signore: Maria, guardami. Quando non crede è donna, quando comincia a convertirsi è chiamata Maria, cioè riceve il nome di colei che ha partorito Cristo.  E’ infatti un’anima che spiritualmente concepisce Cristo” (De virg.; l. 3).
Ecco qualche riga introduttiva dell’autore: “Dobbiamo ora osservare che a ragione siamo chiamati non solo semplici madri della nostra vita migliore, come è dimostrato da vari passi della Scrittura, ma anche madri di Cristo e per così dire spirituali Marie. Poiché mentre ci rappresentiamo a imitazione di Cristo, secondo il significato etimologico, o ci studiamo di fare altrettanto con gli altri, noi stessi concepiamo, partoriamo, educhiamo Cristo. Infatti come nel battesimo ci siamo rivestiti di Cristo e siamo divenuti per adozione figli di Dio e fratelli di Cristo, così noi facciamo la stessa cosa in  modo nuovo con la santità di una vita e di un comportamento davvero cristiano” (citazione dal Preambolo nella traduzione di: Testi mariani del secondo millennio, a cura di Angelo Amato, Stefano De Fiores, Roma 2003, 453).
Non inventa nulla dunque padre Giovanni, inserendosi in una delle molte correnti spirituali che attraversano il cristianesimo. Eppure è tutt’altro che scontato il suo procedere rimandando continuamente a Cristo. A volte la spiritualità mariana ha preso sentieri non così chiari. L’autore invece non molla mai la presa: ogni singolo titolo mariano è sempre riferito a Cristo. Maria è donna che non ferma mai lo sguardo su di sé, rimandando sempre Oltre. 
Per introdurre a questo cammino il gesuita sceglie o inventa 50 titoli mariani, raggruppandoli in sette gruppi che identificano diverse fasi della vita spirituale:

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Ogni titolo mariano è corredato da una stampa, che non ha solo funzione estetica. Tra testo e immagine c’è un nesso strettissimo di continuo rimando reciproco. Notate come le lettere a margine del testo tornino nella stampa:

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La prima stampa del Pancarpium è del 1607. Fu un grande successo che oltre alla versione originale latina conobbe anche traduzioni in francese, tedesco e polacco. Arrivò presto anche a Brescia dato che nel 1618 la volta della chiesa era già affrescata con immagini tratte da quel testo. 
Si tratta di somiglianze quasi imbarazzanti se volessimo portare avanti una presunta originalità del Cossali, cui si devono i disegni preparatori mentre l’esecuzione fu subappaltata a un certo Stefano Viviani.
In realtà il pittore e il suo committente, padre Maurizio Luzzari, scelsero di semplificare le immagini del Pancarpium togliendo tutte le parti simboliche retrostanti la scena principale. 
L’altra rilevante operazione del Cossali e del Luzzari fu la scelta di quali titoli utilizzare, ne erano disponibili cinquanta, e in quale ordine. Su questo cercheremo di riflettere e di ricostruire dato che non abbiamo documenti che raccontino questa fase.

P.S.:  puoi leggertelo tutto, in latino, in Google Libri cliccando qui


21:02 Scritto da: fragiampaolo


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