Predica
del 25 marzo 2012 di padre Konrad
Settimana
di Passione
In nomine Patris, et Filii,
et Spiritus Sancti.
Dalla Domenica della
Passione in poi, le Statue e le Croci della Chiesa sono coperte,
affinché possiamo meditare dentro di noi, in modo più intimo, la
Passione del Signore. Per aiutarci in questo lavoro in modo salutare
voglio meditare oggi, brevemente, l'Agonia del Signore nell'orto del
Getzemani.
Là Egli soffriva la
Passione, che era davanti ai Suoi occhi dal momento del Suo
Concepimento e lo sarebbe stato sino alla Sua morte, nel modo più forte e
più intenso. Getzemani, allora, significa etimologicamente "frantoio
di olive" get-shemen, e spiritualmente significa il luogo dove, il Suo
Preziosissimo Sangue esce da Lui mediante la Sua mortale agonia, come
olio con cui siamo rifatti, unti e nutriti come accenna la Parola nel
Cantico dei Cantici " oleum effussum nomen tuum " (1,1).
"Coepit
contristari
et maestus esse / cominciò a provare
tristezza e angoscia" (XXVI, 37), scrive San Matteo, la tristezza ora è
l'emozione che si sente davanti ad un male che non si può fuggire,
questo male era quintuplice:
1. La
visione della Sua Passione e
della Sua morte, i singoli tormenti, le flagellazioni, gli obbrobri,
schiaffi, derisioni, blasfemie, la Croce e la morte in tutta la sua
estensione, profondità ed acerbità che Lo fece gemere, tremare,
languire, impallidire, indebolire, gettarsi per terra e sudare sangue. E
questo per espiare il compiacimento del peccato di Adamo in quell'altro
orto di Eden, e di tutti gli altri peccatori.
2. La
visione di tutti i peccati e di
ogni peccato di tutti gli uomini e di ogni uomo, da Adamo e fino alla
fine del mondo; tutti i sacrilegi soprattutto verso il Santissimo
Sacramento dell'Altare, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i
furti, le calunnie, le blasfemie e tutti i crimini, i più enormi e i
più orrendi mai commessi assieme a tutto il dolore, tutta la vergogna e
la compunzione che a loro appartenevano, come se Egli stesso li avesse
tutti commessi. Vedendo con perfetta chiarezza il grande grado infinito
della loro offesa all'infinita Maestà di Dio e suscitando in Se un
dolore che ci corrispondesse, e questo per espiare pienamente tutte
quelle offese al Padre Celeste.
3. La
visione di tutte le sofferenze dei Martiri, dei Confessori, Pastori e
Santi che accoglieva in Se per guadagnare ai Suoi Servi fedeli la
grazia, la forza e la consolazione per poter subirle per Dio.
4. La
visione della dannazione di
molti uomini che malgrado tutte le Sue sofferenze si sarebbero persi
l'anima, in gran numero, a causa della loro negligenza, indifferenza ed
ingratitudine verso di Lui.
5. La
visione della afflizione della Sua Beatissima Madre, soprattutto quando stava
ai piedi della Croce poiché il dolore del Figlio trafiggerà come una
spada l'Anima della Madre, e tornarono poi ad affliggere la propria
anima con ancor maggior intensità, Egli soffrendo nel sommo grado di
vedere affliggersi la Sua Madre a causa di Lui.
San
Leone Magno afferma che "la Passione del Signore si prolunga sino alla
fine dei secoli".
Gli fa eco il filosofo
Pascal nella sua meditazione sull'agonia del Signore: "Cristo - scrive -
sarà in agonia fino alla fine del mondo. Durante questo tempo non
bisogna dormire: Io pensavo a te nella Mia Agonia, quelle gocce di
Sangue le ho versate per te. Vuoi costarmi sempre Sangue della mia
umanità senza che tu versi neanche una lacrima? Io ti sono più amico del
tale e di tal altro, perché ho fatto per te più di loro, ed essi non
soffrirebbero mai quel che ho sofferto da te, non morirebbero mai per
te nel tempo della tua infedeltà e delle tue crudeltà come ho fatto Io, e
sono pronto a fare nei miei eletti e nel Santissimo Sacramento
dell'Altare".
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