Cerchiamo
di approfondire meglio che cosa è LA CARITA'..... un termine oggi usato
anche come slogan ma spesso in modo inappropriato, strumentalizzato,
qualcuno usa la Carità quale compromesso alla fede, alla dottrina,
persino alle stesse pratiche delle virtù.....
Buona
meditazione... e si noti come il testo accomuna argomenti e temi di
grande attualità, nonostante sia del 1886... si, 1886, ma è anche la
dimostrazione che la sana e vera dottrina non teme il tempo, è
eterna.... e vale in ogni epoca, per ogni generazione....
Per correttezza alla fatica di trascrizione, chiedo solo
la carità... di pubblicare questa fonte a coloro che piacendo tal
testo, lo vorranno pubblicare altrove.... e di evitare di estrapolare
singoli passi per fargli dire il contrario di ciò che dice....
LA
CARITA'
fonte: La Chiesa Cattolica - la sua dottrina -
Vol.II - con Imprimatur Vescovile - Trieste 1886
Mescolato
anch'io con gli Apostoli, nel Cenacolo, sentirò quelle dolci parole di
Gesù, Dio nostro: < amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi
> (Gv.15,12).
Orazione per ottenere la vera Carità
Fatemi
conoscere, o Gesù amatissimo, la Carità inesauribile con la quale
amaste e amate ciascuno di noi, anche il più miserabile. Fatemi
penetrare intimamente il comando dell'autentica Carità che Voi ci avete
dato, testimoniata e vissuta in pienezza, che Voi avete fatto di tal
Carità il segno distintivo della Missione della Santa Chiesa, segno
distintivo dei Vostri Discepoli nel servizio alla Chiesa.
Datemi lume
per conoscere il pericolo della falsa carità la quale, offuscando
quella vera, si ridurrebbe ad un falso perbenismo, rischiando persino di
non più praticar la vera Carità che mi vuol martire per amor Vostro,
martire per la missione della Chiesa, martire per la propaganda
dell'unica e vera fede Cattolica.
Datemi un pò del Vostro ardente
amore, sì che abbia ad infiammar il mio cuore di ardente Carità,
sciogliendo il ghiaccio che lo intrappola, sì da riempirlo di Voi, e
sentirlo d'infuocar di passione donde cominciar a vivere di vera Carità:
per Voi, mio Dio; per la Santa Chiesa, per il Sommo Pontefice, per i
Divini Sacramenti, per la santa Dottrina, per i divini Comandamenti,
per i Santi e gli Angeli, per l'Augusta mia Regina, la Vostra Santissima
Madre, ed ancor ardere per il prossimo, per i peccatori, per gli
ammalati e i sofferenti, per i carcerati e gli oppressi, per gli orfani,
le vedove, i poveri, i tribolati e per le Anime Sante del Purgatorio,
ed anche per i ricchi, per i Sacerdoti, i Vescovi e i Catechisti, i
Diaconi e i Missionari, tutti coinvolgici affinché veniamo a voler
conoscere la grande pratica della divina Carità.
Amen
Il sommo
Magistero della Santa Chiesa ha individuato nel tempo diversi tipi di
Carità e che maternamente Essa ci viene a dispiegare.
1.
Carità soprannaturale
L'amore per il prossimo si fonda
principalmente sulle ragioni della fede e sul desiderio della grazia; in
questo mio prossimo ho il dovere soprannaturale della grazia di veder
il volto di Cristo, un tralcio della Vite Divina; se battezzato anche un
membro del Corpo Mistico di Cristo, se ancora non battezzato, un figlio
di Dio per il quale devo desiderare l'ardente Carità della grazia
battesimale. Riguardo a ciò, conscia del mandato del proprio Fondatore:
"Euntes ergo docete omnes gentes, baptizantes eos in nomine Patris et
Filii et Spiritus Sancti, docentes eos servare omnia, quaecumque mandavi
vobis. Et ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem
saeculi. / Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro
ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i
giorni, fino alla fine del mondo." (Mt.28,19-20), la Santa Chiesa
manda, invia i suoi missionari per il mondo ad esercitare questa Carità
soprannaturale. Il Collegio di Propaganda Fide, fondato dal Pontefice
Papa Gregorio XV (a.D.1622), e rafforzato da tutti i suoi Successori,
educa ancora oggi giovani di tutte le Nazioni e somministra degli abili
Sacerdoti alle Missioni, tante sono le forme suscitate dallo Spirito
Santo perché provvedessero alla Carità soprannaturale, ne vogliamo
ricordare qualcuna tanto raccomandata dai Pontefici: le tante pie
associazioni di fedeli laici impegnati come la Leopaldina, quelle
Mariane e quella di Lione, in esse si raccolgono fondi onde soccorrere
ai bisogni delle Chiese per la propagazione della santa Fede e per il
mantenimento di intere famiglie bisognose.
2. Carità
universale
La Carità universale non conosce confini,
barriere, differenze di lingue, razze o culture, come abbiamo
specificato sopra. Essa raggiunge tutti i confini della terra per
portare Colui che è Somma Carità, l'Elargitore di ogni carità, il
Procuratore di tutti i doni e di ogni Bene. Il nostro primo dovere è
quello di un amore generale, universale, uguale, intero per tutti i
nostri fratelli e sorelle sparsi nel mondo, ma ancor più somma Carità è
rivolgersi a quei fratelli e sorelle che ancora non hanno conosciuto il
Procuratore di tal grande Bene, Nostro Signore Gesù Cristo. Nessuna
antipatia o particolare simpatia deve animare questa Carità universale,
che va data senza eccezioni, senza distinzioni, ma da guardar solo bene
che in questa Carità vi sia la pienezza di Colui che l'ha a noi donata:
Gesù, Nostro Signore, Dio! "Il successo dei missionari cattolici - disse
un pastore protestante (opera Hettinger pag.76, 1869) - proviene dal
fatto che essi penetrano con assoluta abnegazione del loro essere, anche
a sprezzo della propria vita, nel più interno ed intimo tessuto sociale
dei paesi pagani, si assimilano col popolo in mezzo al quale vogliono
agire, ma non fanno compromessi con le loro dottrine, ed ottengono
influendo sui cuori il principio della conversione a Cristo: io, vedendo
per l'opposto un missionario evangelico dimorare comodamente con moglie
e figliuoli in case eleganti, a pensare come primo lavoro di mantener
bene la propria famiglia anziché pensare alle cose di Dio, me ne dovetti
veramente vergognare..."
In mezzo agli eretici, ai pagani, la Chiesa
non può spiegare tutta la sua attività e tutta la sua dottrina, ma è
proprio coll'esempio che essi portano frutto, la Carità universale è
così espressa con fede ed opere, coll'evidenza dei fatti e dei suoi
dommi, colla semplice maestà del suo Culto, colla carità che da ogni suo
fare traspira, ed il Signore benedice ogni sua impresa.
3.
Carità umile
Siamo tutti servitori, ma nessuno è
indispensabile, siamo servi "inutili" (Lc.17,7-10). Servi di Dio, ma
anche indegni di stare in compagnia degli amici prediletti di Gesù: i
poveri, gli afflitti, i carcerati, i malati, gli orfani, le vedove, i
perseguitati, i sofferenti... Mi sento davvero l'ultimo nella Casa del
Signore? Stimo tutte le altre membra più di quanto non stimi me stesso?
Porgo la dovuta riverenza ai miei superiori anche quando so che stanno
sbagliando? Porgo la dovuta attenzione al superiore che sta cercando di
correggermi nei difetti? La vera Carità umile è anche quella pia pratica
che si esercita nel consigliare i dubbiosi, facendo attenzione a non
parlare con superbia; è consigliare sui Comandamenti e sulla sana
dottrina, facendo molta attenzione ad essere innanzi tutto testimoni
nella pratica di così grande dottrina e nei Comandamenti, e non solo a
parole onde evitare di svergognare la Carità dando una falsa
testimonianza di se stessi. E' falsa Carità e per nulla umile quando ,
invece, si vuol tacere di correggere coloro che hanno intrapreso delle
strade sbagliate e, si dice per esempio: per senso di carità non parlo!
E' di fatto codardia, oppure paura, oppure ignoranza della fede, o
peggio apostasia, è falsa carità ed è falsa umiltà soffocare la fede
lasciando che l'errante prosegua la sua strada verso il baratro, come ci
ammonisce il Profeta Ezechiele (cap.3, 16-21): "Si autem tu commonueris
impium, et ille non fuerit conversus ab impietate sua et a via sua
impia, ipse quidem in iniquitate sua morietur, tu autem animam tuam
liberasti. / Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana
dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il
suo peccato, ma tu ti sarai salvato."
4. Carità
disinteressata e devota
La Carità è un atto di gratuità
senza alcun interesse, l'unico interesse (che è desiderio prima di tutto
di Gesù Cristo) è quello che tale Carità porti il bisognoso a conoscere
il Procuratore del nostro Sommo Bene, il Salvatore nostro Gesù Cristo
che gratuitamente si è donato portando e procurandoci ogni vero bene. Il
servo buono e devoto e veramente disinteressato è colui che esercita
questa Carità, la carità in nome di Gesù Cristo, e per questo non si
procura altri interessi né verso se stesso, né verso le proprie utilità,
né per i propri piani, né per i propri progetti, egli è quel servo
devoto e fedele che tutto arde di Carità Ecclesiale. Ancora, la Carità
disinteressata e devota è quella raccomandataci dall'Apostolo San Paolo
"Alter alterius onera portate et sic adimplebitis legem Christi./
Portate i pesi gli uni degli altri per adempiere la legge di Cristo"
(Gal.6,2), così questa Carità si attua quando siamo pronti ad aiutare le
altre membra, a cooperare con i Chierici, a servire i Pastori anche
quando non ne riceverò alcuna gratificazione. Dicono i Santi che essere
vera Carità disinteressata significa diventare il "facchino della
comunità Ecclesiale", dire "sì" alle legittime richieste dei superiori e
dei fratelli, è muoversi come fece la nostra Augusta Regina quando,
incinta del Verbo Divino, scese per portare sollievo e sostegno alla
cugina Santa Elisabetta...
5. Carità misericordiosa
Dice
San Francesco di Sales: " Se una azione ha cento lati cattivi e uno
solo buono, dobbiamo fare di tutto per sforzarci di guardarla da quello
buono", la prima tentazione invece ci spinge a sottolineare tutti gli
aspetti negativi, ma un autentico atto di Carità misericordiosa è
proprio quello di perseguire l'unico lato buono, farlo emergere in modo
tale che i cento lati cattivi lentamente perdano spessore fino a
cancellarsi.
Occorre correggere la propria inclinazione ed
allontanare dalla mente il giudizio prettamente sfavorevole. Altro atto
di questa forma di Carità è il compatire i difetti e le miserie altrui,
pur non tacendo, dove fosse necessario, di rigettarne i peccati, ma
piuttosto amorevolmente soccorrere il tal fratello e sorella in modo da
far sentire in loro tutta la compassione del Cristo. E' indispensabile
che si applichi tale Carità misericordiosa perdonando le offese
ricevute, le parole e le osservazioni pungenti, anche quando queste
fossero state fatte senza ragione alcuna, ricordando le parole del
Cristo: "Estote misericordes, sicut et Pater vester misericors est./
Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro" (Lc.6,36), e
senza dimenticare il perdonare settanta volte sette (Mt.18,22). Evitate
di imprigionare il vostro cuore nelle inutili amarezze e risentimenti,
allontanate da voi i sospetti e le vendette. Se vi è da correggere
qualcuno, lo si faccia con bontà, con umiltà, con tatto e somma
prudenza, con il pudore, facendo passare ogni parola attraverso il Cuore
misericordioso di Gesù, mai dimenticando che ogni Anima, come quella di
un bambino, è uno strumento delicatissimo che il Signore pone nelle
nostre mani non per tiranneggiare, ma per servire.
6.
Carità paziente e mansueta
Questo tipo di Carità
rafforza in noi l'autentica umiltà.
Sopportare le persone moleste,
perdonare i difetti altrui, sorvolare sulle piccole mancanze degli
altri, sopportare gli inconvenienti della vita, i caratteri noiosi,
irritanti, pungenti o capricciosi... in sostanza si tratta di evitare
inutili contrasti, noiose querele, piccoli litigi che potrebbero
sfociare in liti omicide, o avanzare con asserzioni esagerate e
personali da fare delle proprie idee delle verità assolute perfino
comportamentali. Quando si è stanchi e affaticati, è meglio evitare ogni
discussione, Gesù ci richiama a metterci in disparte, con Lui: "Et ait
illis: “ Venite vos ipsi seorsum in desertum locum et requiescite
pusillum ”. Erant enim, qui veniebant et redibant, multi, et nec
manducandi spatium habebant./ Ed egli disse loro: "Venite in disparte,
in un luogo solitario, e riposatevi un pò". Era infatti molta la folla
che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare."
(Mc.6 30-34).
Infine il cosiddetto Inno alla Carità dell'Apostolo San
Paolo, ci richiama ai doveri di questo esercizio: "Caritas patiens est,
benigna est caritas, non aemulatur, non agit superbe, non inflatur, non
est ambitiosa, non quaerit, quae sua sunt, non irritatur, non cogitat
malum, non gaudet super iniquitatem, congaudet autem veritati; omnia
suffert, omnia credit, omnia sperat, omnia sustinet. Caritas numquam
excidit. / La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la
carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca
il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non
gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto
crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine."
(1Cor.13,1-13)
7. Carità delicata
Questa
forma di Carità è quella più visibile nelle comunità, negli Ordini
Religiosi, i Santi ne hanno parlato molto.
La prima attuazione è
nell'avere attenzione con le persone con le quali si vive. Sforzarsi di
rendere la croce degli altri più leggera e la vita meno pesante.... e
questi consigli possono tornare utili anche agli sposi, persino nelle
carceri, negli ospedali, nei ricoveri per gli anziani: una società
civile che si prodigasse nel sollevar le croci degli altri e nel rendere
la vita meno litigiosa, procurerebbe una sana civiltà.
La Carità
delicata esulta nel successo degli altri membri della comunità più dei
propri, e si presta a sottolineare i successi ottenuti dai fratelli più
deboli anziché lodarsi dei propri. Questa Carità ci spinge a soffrire
con chi soffre, condivide le pene altrui, le malattie e le afflizioni, i
lutti come vivendoli in prima persona, e subito pronti a portar loro
conforto, spendendosi in parole ed opere, con atti di generosità. Questa
Carità deve riflettersi in ogni Cattolico il quale non vive nella
Chiesa come in una società esteriore, civile o politica, ma vive in essa
come il ramo che riceve nutrimento e vita dall'albero, è membro di un
Corpo santo, perciò il Cattolico la chiama ben a ragione sua "Madre - la
Santa Madre Chiesa" imperciocch'essa lo partorisce, lo rigenera,
mediante il Battesimo, lo alleva, lo educa, lo risana, ne mai finisce di
aiutarlo. Per questo un vero Cattolico ha come dovere di vivere questa
Carità delicata prima di tutto nei confronti della Santa Chiesa, che se
egli non facesse di questa Carità alla Chiesa sua Madre, come potrebbe
rivolgersi con autentica carità verso il prossimo?
8.
Carità cortese e amabile
Questa forma di Carità è quella
più visibile nei Santi, si esprime soprattutto nei modi di parlare
evitando ogni modo rozzo, sgarbato, duro, vendicativo, superbo
soprattutto quando, correggendo, si è nel giusto nei rimproveri....
Questa Carità ci spinge a domandar perdono, immediatamente, quando in
qualche modo si è ecceduti nel parlare offendendo, disgustando,
trascurando la sensibilità dell'altro. Inoltre è Carità cortese ed
amabile quando, trovandoci di fronte ad un torto subito, non lo
allunghiamo con inutili dispute ma piuttosto, si accettano subito le
scuse e si ringrazia! E si ringrazia anche se le scuse non le riceviamo,
perdonando anche se siamo stati offesi. E' Carità amabile non parlare
mai male degli assenti, o dissentire su ogni cosa, e se son richiesto
della mia opinione, è bene darla con umiltà e cortesia procurando di
lodare ciò che c'è di buono (leggi punto 5) secondo il monito di san
Francesco di Sales e rifugiandosi in risposte dotte ed ecclesiali, senza
mai censurare totalmente indicando, laddove fosse possibile, il
miglioramento che potrebbe giovare ad una disputa in corso.
9.
Carità sincera
Essere sinceri è sempre più difficile,
ed essere sinceri nella Carità lo è ancora di più. Si tratta di
eliminare da ogni parlare e pensiero ogni possibile doppiezza che spesso
è formata dal desiderio di rendere del bene ma mettendoci del proprio, e
questo genera l'ambiguità e fa prevalere i propri desideri. Occorre
fare attenzione alle simulazioni ed alle dissimulazioni, specialmente
quando si vuole parlare di Dio e della Propaganda della Fede retta. E'
fondamentale che qualora altri avessero la possibilità di leggere i
nostri pensieri, o i nostri affetti, o potessero vedere come questi sono
messi nell'animo nostro, non dovrebbero vedervi nulla che possa loro
scandalizzare, nulla di cui dovremmo poi vergognarci.... Il Nostro
Signore Gesù Cristo vive nella Chiesa Cattolica la quale in Lui, per Lui
e con Lui compie la propria missione santificatrice, e prepara
l'umanità a quel dì, quando, chiusa la giornata di lavoro, il padrone
della vigna purgherà la sua aia, ragrumerà il suo frumento nel granaio e
abbrucerà la paglia col fuoco inestinguibile... (cfr Lc.3,17).
10.
Carità lieta
La gioia e la lietizia è tipico
dell'insegnamento dei Santi! Si narra di Santi che piangevano per i
peccatori, non dormivano e facevano digiuni e penitenze nel segreto, ma
quando parlavano con loro erano lieti e gioiosi nel trovar parole di
conforto che un Dio si era tanto prodigato per portare la Salvezza e il
perdono! La Carità lieta è l'ansia e premura di seminare intorno la
gioia del perdono, la gioia della Presenza del Divin Salvatore, l'amore
di fomentare l'unione Ecclesiale nella Persona di Cristo, Somma Verità
Incarnata, davanti al Sommo Pontefice il Suo Vicario in terra preposto a
governar ed a custodir le Leggi eterne. Inoltre con questa Carità le
ricreazioni e il divertimento diventano vero rinnovamento dello spirito:
senza lamenti, critiche e mormorazioni, allusioni indelicate; domande
seccanti o umilianti, senza rinvangare piccoli torti, senza appesantire
il fardello della vecchiaia alle persone più anziane escludendole dalla
ricreazione, evitando amicizie particolari o crocchi particolari;
evitando pettegolezzi o pensieri impudichi venendo meno al senso del
pudore, evitando di monopolizzare la conversazione, ridere in modo
smodato o sguaiato, evitando di interrompere chi sta parlando per
mettersi in mostra, sforzandosi di vedere nell'altro il Volto di Dio....
11.
Carità particolare
Questa Carità riepiloga un pò il
senso di quanto abbiamo riportato negli altri aspetti.
E' Carità
particolare quel praticare un atto verso gli infermi, i carcerati, gli
anziani, i moribondi, gli ospiti, verso coloro nei quali avvertiamo un
senso di antipatia, oppure che ci hanno offeso. Seppur dovrebbe essere
carità quotidiana, essa è particolare in quanto, applicandola, verrebbe
ad alimentare le nostre virtù correggendo proprio i nostri peggior
difetti. E' Carità particolare rivolgersi agli eretici, agli infedeli,
ai pagani. Questa Carità è tipica della Santa Chiesa perché solo in Essa
vi è salvezza, nessuna proposizione fu più di questa combattuta dagli
eretici: la chiamano intolleranza papistica e furibondo fanatismo, ma si
sbagliano.
Questa forma di Carità è particolare perché Nostro
Signore Gesù Cristo volle istituire con la Sua Chiesa un mezzo sicuro,
ed efficace per trasmettere la Salvezza. Quando la Chiesa insegna questa
Salvezza non intese mai dire che tutti gli altri che non appartengono
alla Chiesa siano come eternamente dannati o perduti... ma solamente
dice che la sola Chiesa di Gesù Cristo ha la potenza di condurre gli
uomini alla certezza della salvezza. I mezzi per conseguire l'eterna
salute sono quelli ordinari, ma anche quelli straordinari: i mezzi
ordinari sono nelle mani della Chiesa e sono i suoi Divini Sacramenti,
quelli straordinari sono nelle mani di Dio e sono quelli che la Chiesa
definisce "strade misteriose che conducono a Dio", tuttavia anche i
mezzi straordinari si muovono in modo ordinato che ha nella Divina
Eucaristia, la Santa Messa, il suo principio motore, e poi le Preghiere
della Chiesa e dei fedeli, specialmente il santo Rosario. La Santa
Chiesa vive, insegna ed applica la Carità particolare, tenendo bene a
mente l'insegnamento dell'Apostolo Paolo ai Romani 12, 9-14 o quando
sollecita: " Tu autem, quid iudicas fratrem tuum? Aut tu, quare spernis
fratrem tuum? Omnes enim stabimus ante tribunal Dei; scriptum est enim:“
Vivo ego, dicit Dominus, mihi flectetur omne genu, et omnis lingua
confitebitur Deo ”. Itaque unusquisque nostrum pro se rationem reddet
Deo. Non ergo amplius invicem iudicemus, sed hoc iudicate magis, ne
ponatis offendiculum fratri vel scandalum. /
Ma tu, perché giudichi
il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti
infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, poiché sta scritto: "Come è
vero che io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a
me e ogni lingua renderà gloria a Dio". Quindi ciascuno di noi renderà
conto a Dio di se stesso. Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli
altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al
fratello. " (Rm.14,10-13)
Scrive Sant'Agostino: "L'uomo non può aver
salute se non nella Chiesa Cattolica. Fuori della Chiesa può trovare
tutto, tranne la salute: può avere autorità, può anche possedere il
Vangelo, può tenere e predicare la fede col nome del Padre e del
Figliuolo e dello Spirito Santo, ma in nessun luogo, se non nella Chiesa
potrà trovare salvezza" (Sermone ad Caesariens. Eccl. prebem. n.6).
Che
nella Chiesa vi sia questa Salvezza è perciò la Carità particolare che
il Signore Gesù Cristo ha voluto consegnare ad Essa.
***
La
tesi di Rousseau, che ai fanciulli non s'abbia a parlar di di Religione
fino a che il loro intelletto non si sia sviluppato quanto basta per
giudicarne, è un vero assurdo e che mette in pericolo l'esercizio della
Carità; da questo assurdo ne seguirebbe che, come la immensa maggioranza
del genere umano non arriva mai a tanto sviluppo mentale da poter
giudicare in fatto di Religione, così la immensa maggioranza degli
uomini debba passare tutta la vita senza istruzione religiosa, senza la
Carità.
S'aggiunga senza timore che, ammessa la esistenza dell'Essere
Supremo, non è permesso all'uomo di attendere l'età adulta per
tributarGli il Culto, l'Onore, l'Adorazione come, del resto, ciò che è
onore e rispetto, nonchè la conoscenza, viene preteso dai fanciulli nei
confronti di un re, di un imperatore, di un alto funzionario della
nazione.
L'istruzione religiosa deve dunque cominciare dalla prima
fanciullezza, quando l'anima non ancora travagliata da passioni mondane,
è capace di accogliere senza contrasti la verità e vi deve continuare
in un graduale sviluppo armonioso, così come al fanciullo, a buona
ragione, gli si insegnano i doveri civili ed a rispettar la legge nel
solo vedere un gendarme in divisa.
E' Carità della Chiesa rifuggere
dall'essere accuratamente discussa, ch'Essa anzi, dicea Tertulliano ai
gentili (apolog.adv.gent.) ciò la Chiesa domanda, "che senza esame non
la si condanni", solo si richiede l'uso onesto della ragione, e l'uso
sincero della Carità.
***
Nessun commento:
Posta un commento